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Esodo giuliano dalmata. Storia e memoriaDopo il giorno 8 settembre 1943, data della comunicazione pubblica dell’armistizio tra gli alleati angloamericani e il governo italiano di Badoglio, inizia l’esodo di italiani dalla Dalmazia, da Fiume e dall’Istria.
25 aprile 1945 – Fine II Guerra mondiale e Festa della Liberazione. 10 febbraio 1947 – Trattato di pace di Parigi. È il Diktat, per gli esuli. Le terre adriatiche sono cedute alla Jugoslavia: Zara, Pola, Fiume e gran parte delle provincie di Gorizia e di Trieste. Nasce il Territorio Libero di Trieste. C’è l’esodo per evitare le violenze degli jugoslavi, come l’uccisione nelle foibe (voragini del Carso). Gli jugoslavi sono spinti dal sentimento di vendetta per le atrocità patite nella guerra fascista e per la pulizia etnica voluta da Tito. Non tutti gli storici concordano sul termine di “pulizia etnica”.
5 ottobre 1954 – Memorandum di Londra. Trieste il 26.10.1954 torna all’Italia. 10 novembre 1975 – Trattato di Osimo. Confini orientali italiani definitivi.
Legge 30 marzo 2004, n. 92 – Istituzione del «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati.
Quanti sono i profughi italiani d’Istria, di Fiume e della Dalmazia? 350 mila, secondo padre Flaminio Rocchi, 1990. Invece 280-300 mila, secondo Raoul Pupo, 2021. Le vecchie statistiche davano la cifra di 230 mila, secondo Amedeo Colella, relazione del 24.02.1956. Quanti sono gli infoibati? 4-5 mila, secondo Guido Rumici, 2010.
I Centri Raccolta Profughi in Italia erano 109 (secondo padre Rocchi), oppure 140 (Rumici). Al Centro di Smistamento Profughi di Via Pradamano a Udine passano oltre 100 mila esuli, fino al 1960. Dislocazione Profughi giuliano dalmati in Italia, secondo il Programma Edilizio: Centro Nord 136.116. Sono 11.157 in Lombardia 12.624 in Piemonte 18.174 nel Veneto 65.942 in Friuli Venezia Giulia. Nel Sud e nelle isole sono 11.175. Totale 147.291 Fonte: Opera Profughi, Piano abitativo.
Un altro dato scaturì da uno studio su circa 85.000 profughi, da cui si deduce che oltre 1/3 scelsero di stare nelle grandi città (Trieste, Roma, Genova, Venezia, Napoli, Firenze, ecc.), Opera Profughi. Tuttavia, non mancò di appoggiare le comunità che elessero loro domicilio le province meridionali d’Italia. L’esperimento più rilevante si ebbe in Sardegna, nella località di Fertilia, presso Alghero dove trovarono sistemazione oltre 600 profughi. Il programma alloggiativo dell’Opera Profughi ebbe maggior sviluppo in quelle località dove risultava più consistente l’affluenza dei profughi: Pescara, Taranto, Sassari, Catania, Messina, Napoli, Brindisi. Gli sforzi dell’ente si concentrarono verso quelle zone che permettevano una reintegrazione possibile del profugo e dove era più gradito il domicilio sia per ragioni economiche sia per ragioni sentimentali e umane. I programmi edilizi più importanti sul territorio nazionale italiano furono varati a Roma (Villaggio Giuliano-Dalmata), Trieste, Brescia, Milano, Torino, Varese e Venezia. Qui il programma abitativo dell’Opera arrivò a realizzare circa 2.000 case, a Trieste 3.000 e in provincia di Modena fu realizzato un organizzato Villaggio San Marco a Fossoli di Carpi per accogliere soprattutto i profughi dalla Zona B dell’Istria.
A Udine, che accolse 6.906 profughi (Colella), ci sono quattro villaggi giuliani: in via Casarsa, costruito nel 1950-‘51; a San Gottardo (1954-‘55); in via Enrico Fruch (1956) e a Sant’Osvaldo (1957-1962). Queste ricerche sono possibili grazie alle testimonianze degli esuli e dei loro discendenti.
Riferimenti bibliografici
– R. Bruno, E. Marioni, G. Martina, E. Varutti, Ospiti di gente varia. Cosacchi, esuli giuliano dalmati e il Centro di Smistamento Profughi di Udine 1943-1960, Udine, Istituto Stringher, 2015.
– A. Colella, L’esodo dalle terre adriatiche. Rilevazioni statistiche, Roma, Tipografia Julia, 1958.
– Linee Guida per la didattica della Frontiera Adriatica, sito web del Ministero dell’Istruzione e del Merito, Roma, 2022.
– R. Pupo, Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l’esilio, Milano, Rizzoli, Corriere della Sera, 2021.
– F. Rocchi, L’esodo dei 350 mila giuliani fiumani e dalmati, Roma, Associazione Nazionale Difesa Adriatica, 1990.
– G. Rumici, Catalogo della mostra fotografica sul Giorno del Ricordo, Roma, ANVGD, 2009.
– G. Rumici, Infoibati. I nomi, i luoghi, i testimoni, i documenti, Mursia, Milano (I ed.: 2002), 2010.
– E. Varutti, Il campo profughi di via Pradamano e l’associazionismo giuliano dalmata a Udine: ricerca storico sociologica tra la gente del quartiere e degli adriatici dell’esodo. 1945-2007, Udine, Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Comitato provinciale di Udine, 2007.
– E. Varutti, Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in Friuli 1943-1960. Testimonianze di profughi giuliano dalmati a Udine e dintorni, Udine, Provincia di Udine / Provincie di Udin, 2017. Anche nel web dal 2018.
– E. Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Aska edizioni, Firenze, 2021. Anche in formato e-book dal 2022.
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Grazie Elio del contributo.
Martignacco, 9/2/2023
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