Dopo la fredda comunicazione relativa al Piano di Ristrutturazione aziendale apparso sulla stampa locale l’11/12/19, in cui si annunciano 700 esuberi di cui 250 a Martignacco  e relativa chiusura dello stabilimento, subito è partita la mobilitazione e la protesta dei lavoratori.
CONDIVIDIAMO la rabbia, l’ansia e la seria preoccupazione della possibile perdita del lavoro delle maestranze. Donne e uomini, con certa professionalità che hanno contribuito negli anni alla crescita dell’azienda e determinato la qualità dei prodotti, devono ora difendersi per l’eventuale taglio deciso dai vertici.
Siamo vicini a loro in tutte le forme di lotta che intendono organizzare perché crediamo che la vicinanza dei Sindaci, dei Parroci, delle Associazioni e dei cittadini del territorio possa stimolare alla riflessione e portare a spazi di dialogo costruttivo.
Ragionare insieme sul lavoro, sul suo significato per le persone e per la società è essenziale per superare decisioni unilaterali.
Ragionare solo in termini di ESUBERI, TAGLI e CHIUSURA è una scelta che non tiene conto della complessità sociale correlata.
Trovare strade percorribili può aprire a scenari innovativi e lungimiranti.
Tutto il territorio è coinvolto e partecipe.