Abbiamo chiesto un contributo al nostro concittadino Carlo Picco, insegnante di religione negli Istituti Superiori di Udine.

Essere presenti nel mondo della Scuola, è un’esperienza molto appagante e gli stimoli alla ricerca ed all’aggiornamento sono continui e talvolta sorprendenti. Siamo spesso tentati di definire la scuola d’oggi, come un ambiente che non prepara i giovani di domani alle sfide reali della vita, gli studenti che le frequentano sembrano superficiali ed intenti troppo spesso a soddisfare propri desideri materialistici, piuttosto che coltivare ideali per una reale convivenza di pace e prosperità per tutti i popoli della Terra.
Alle volte però, questi giovani sorprendono realmente! Sono capaci di analisi molto precise e ci invitano alla concretezza dei gesti al posto di parole vuote e ripetitive. Recentemente, in un lavoro proposto ad alcuni allievi nell’ambito di Educazione civica, ho proposto un commento all’art. 11 della Costituzione Italiana. Mi era sembrato opportuno fare una riflessione su argomenti che le recenti cronache hanno riportato alla ribalta e reso visibile nella loro tragica drammaticità: la guerra e la pace possibile. Può sembrare strano, ma la partecipazione dei ragazzi è stata molto significativa, hanno dimostrato interesse e sorpreso nella loro volontà di contribuire con le loro opinioni al dibattito.
A questo proposito mi permetto di offrire alcune parti del commento presentato da uno studente che mi ha particolarmente colpito. Propone a tutti un esame sulle nostre convinzioni riguardo all’utilità della guerra che più volte l’uomo nella sua storia, ha individuato come necessario strumento di giustizia tra i popoli e sulla reale ricerca della pace come valore assoluto per il benessere di ognuno e dell’intero universo. A prima vista può sembrare che il timbro dominante sia rivolto verso un disperante pessimismo, credo invece, sia un invito a dare un senso compiuto alle parole, un significato concreto e soprattutto tangibile ai buoni propositi che spesso si disperdono nel nulla.

Pace come modo di dire

 

Quando il potere dell’amore supererà l’amore per il potere, il mondo  potrà scoprire la pace.”

JIMI HENDRIX

Sì ho voluto mettere una citazione carina giusto per mettere qualcosa di dolce in questo pensiero che invece, trova molto amarezza.
Non sono qui ad esporre i 10 motivi per cui la pace fa bene, non sono qui ad esporre la storia progressiva del concetto di pace e nemmeno ad elencare fatti e situazione che tutti noi abbiamo in mente. La storia è quella, parliamo del presente.
La pace non è più un discorso felice (non riguarda più solo arcobaleni, bambini che si tengono la mano e facce sorridenti). La pace è diventata pesante, deprimente, una continua delusione che si rispecchia negli occhi di tutti noi che ogni giorno dimostriamo di aver mollato.
Mollato quella speranza, quella forza di cambiare ciò che ora ci sta prosciugando.
Abbiamo abbandonato il concetto di pace già da tempo, non per la sua irrealizzabilità sia chiaro, ma per la difficoltà. Il pericolo è diventato quello di cercare la pace.
Perché più i nostri mezzi per raggiungerla si evolvono, più si evolvono altrettanto gli ostacoli.



L’essere umano si sta uccidendo da solo. E questo non gli importa. O almeno. non abbastanza a quanto pare.
La pace è un bisogno, una necessità, che però abbiamo imparato ad evitare perché troppo faticosa da coltivare. Siamo pigri, invece di vivere rimaniamo comodi seduti su una poltrona mentre aspettiamo che ci portino la spesa a casa.
Se l’essere umano non era pronto per la pace prima figuriamoci adesso.
Il mondo si è già mosso per la pace, ma non ha mai terminato il viaggio. Credevamo che la guerra fosse una opportunità da seppellire definitivamente, invece eccola di nuovo sempre più pericolosa. Le donne hanno raggiunto il diritto di voto ma continuano ad essere violentate. E potrei andare avanti per ore.
Abbiamo davvero agito nel corso della storia?
Il nostro mondo ha bisogno di cambiare approccio, ma un cambiamento così drastico non è fattibile. Non è fattibile perché noi non vogliamo che succeda.
No, la pace non è impossibile, semplicemente non qua, non ora, non così.
E la colpa è solo nostra.
Mi dispiace parlare di un discorso così importante come se fosse un tentativo fallito, ma è la verità.
Sono giovane, pieno di forze, energie, voglia di fare, pronto a lottare. Ma lo sono davvero? Avrò la forza di lottare davanti a questo futuro? Avrò il coraggio?
Sarò da solo?
La pace è un sogno…può diventare realtà, peccato che stiamo perdendo la capacità di sognare.
Il mio augurio è che il mondo riesca a raggiungere la pace, che il desiderio di condividere scavalchi quello di sopprimere.

“Non parlare mai di amore e pace: un Uomo ci ha provato e lo hanno   crocifisso.”

Jim MORRISON

 

Credo che l’appello di concretezza ed onestà che esce da queste righe, sia un’occasione per rinnovare il nostro impegno a costruire nei fatti, un mondo di giustizia e accoglienza per ogni persona sulla Terra. Le domande dei giovani sono per ogni adulto, un impegno ineludibile.

Credo infine, e questa era la mia intenzione fondamentale, che ogni territorio piccolo o grande, svantaggiato o favorito possa e debba stimolare dibattiti ed iniziative per rinnovare il desiderio della pace che da sempre abita l’animo umano.


Grazie Carlo del contributo.